Comunismo - Scintilla Rossa

Le masse fanno la Storia?, Sul Soggetto

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matteo.morganti
view post Posted on 8/7/2009, 20:34 by: matteo.morganti




CITAZIONE
Non mi piace - posso dirlo? - il tono dottorale del professor filosofo e non mi piace il tono scolasticamente succube delle risposte dei compagni.
Detto ciò. ad onta delle spiegazioni arcane del professor filosofo, mi permetto di postare alcuni chiari concetti del Presidente Mao:

Qui di dottore c'è solo chi si limita alle citazioni (stesso lavoro dei medici, prescivono ricette pur di non curare il malato, togli il malato e metti problematica teorica, togli ricette e metti citazioni, togli medico e metti Carre....e tutto torna); stesso discorso per la scolastica (che forse Carre non ha mai compreso e dice questa parola per farsi bello o perchè gli dà un tono da macho, o entrambe le cose assieme, ricordo a Carre che scolastico è chi si limita a riportare sentenze altrui senza degnarle di critica, e lo scolastico è molto vicino al succube ...). Detto questo. Capisco che Carre è uno scoliasta e dietro ad una cattedra tutto sembra lineare e semplice (quanto sono sempre stati faciloni i socialisti da cattedra!), ma dietro alle parole (e specialmente dietro ai concetti) c'è la vita (oltre a scoliasta è anche un accanito idealista, che come il servo della favola è 2 volte sciocco perchè non sa nemmeno d'esserlo, ecco dove va a finire la vecchia teoria che il buon Carre vorrebbe raccontare ai giovani sulla filosofia come contemplazione.... eh caro scoliasta, se la filosofia fosse questo, Marx non avrebbe mai criticato Hegel e Lenin il suo Mach o Engels il suo Duhring; la filosofia è lotta di classe nella teoria e le cattive filosofie - come la tua - danneggiano la lotta di classe perchè la rallentano, quando - come nei momenti di difficoltà attuale - non la fanno addirittura indietreggiare; quanto idealismo va ancora spazzato via dai materialisti che si credono tali) e per questo si può ben dire che la teoria di Marx è rivoluzionaria (Gaston Bachelard diceva rottura epistemologica, ma rivoluzione rende meglio il senso che sto per spiegare), e come tutte le rivoluzioni è esposta ad attacchi, ad indietreggiamenti, a balzi in avanti accelerati che si lasciano dietro un retroterra vergine da riempire; queste non sono parole, ma sono le armi della critica; e come tutte le rivoluzioni è legata al sangue, a tragedie (anche personali), come ogni lotta viene al mondo grondante sangue e sudore da tutti i pori (ecco cosa c'è dietro alla teoria, altro che contemplazione, al massimo i Carre possono contemplare i cimiteri dei nostri morti, ma non una landa di pace); come ogni rivoluzione non vince mai al primo attacco, ma dopo ripetuti tentativi pagati a caro prezzo, e qual è il prezzo per la teoria? Naturalmente i continui ripensamenti, le correzioni, le imprecisioni, le indecisioni, le incompletezze (tutte +/- necessarie). Questa era la precisazione doverosa per spiegare cosa vuol dire fare teoria a favore del proletariato.
Ora sull'argomento. Perchè ho scelto di porre una domanda? Per mostrare nel minor spazio possibile il percorso che ha portato Marx ha elaborare una teoria totalmente nuova che riguarda la soggettività e la sua funzione della storia; le risposte (non era difficile prevederlo) hanno ripercorso esattamente il percorso intellettuale che ha segnato l'intera vita di Marx, questo è il modo in cui si elaborano le conoscenze: ci si pone una domanda e quando la soluzione non soddisfa la prova dei fatti, allora si deve riposizionare il problema ponendo una nuova domanda.......e così di seguito fino alla soluzione (quando arriva, e non sempre arriva ed anzi spesso è un lavoro collettivo che solo può darci la risposta adeguata). Marx si pone proprio quella domanda per tutto l'arco della sua vita: chi fa la storia? E si dà diverse risposte.
1) In età giovanile pensa da buon liberale che sia l'uomo a fare la storia;
2) Passando dalla parte della democrazia radicale ritiene siano le masse a fare la storia;
3) Passando al comunismo piccolo-borghese precisa il termine masse con quello di proletariato;
4) Passando al comunismo proletario ...?
C'è un problema: nel mezzo di questi passaggi teorici c'è la tragedia della vita dell'Europa del suo tempo (dalla repressione dei moti del '48 alla Comune di Parigi del '71) con tutta la scia dei morti proletari, e le azioni sbagliate dei partiti operai; qui Marx compie il proprio capolavoro (con uno spirito d'autocritica che non ha eguali) e porta dei concetti totalmente nuovi che rivoluzionano l'epistemologia (la "filosofia" della scienza, il "metodo" scientifico, il "modo" di fare scienza); è un rivoluzione pari a quella di Darwin (con il suo "evoluzionismo", che è un termine errato), di Galileo, di Einstein, di Freud ... scoperte che distruggono tutto il sapere costituito. Dove sta una delle tante rivoluzioni marxiane? Prima di Marx si era soliti discutere attorno ad un problema centrale: chi è il soggetto della storia? Marx risponde con un concetto che sembra paradossale: è un Processo senza Soggetto nè Fine(i), un concetto che ha tutti i requisiti per farsi odiare (e Carre da buon esponente del senso comune ci è cascato dentro al volo, come una carpa dopo che il pescatore ha "pasturato" per bene). Sì le masse fanno la storia, e queste masse non sono masse qualsiasi, sono le masse raccolte attorno alla classe sociale che di volta in volta è il "lato cattivo" della contraddizione costituente il determinato modo di produzione; ma tutto questo non fonda nessun Soggetto (che non può esserci perchè nel movimento del modo di produzione non si tratta di rapporti di causa-effetto immediati e lineari, sull'esempio del ti do un pugno, ti si gonfia la guancia) e non fonda nemmeno una pluralità di soggetti individuali; niente di tutto questo. Marx è sorprendente perchè afferma e nega: c'è una classe "eletta" che di volta in volta è il becchino di un modo di produzione, ma ci ammonisce su alcune paroline che sembrano innocenti, parole come: secondo le determinate circostanze, non la fa immediatamente, non sono liberi di farla a loro piacimento ... e attributo principale di ogni Soggetto è quello d'essere libero di fare ciò che vuole, qualcosa non torna: la classe rivoluzionaria di volta in volta fa la storia ma non è il soggetto e non è nemmeno libera? Intanto è il modo di produzione determinato storicamente che crea le proprie forme di individualità (il medioevo necessitava dei cavalieri erranti, il capitalismo dei banchieri erranti), perciò il proletariato è l'agente del modo di produzione, è il supporto (Trager) adeguato a questo modo di produzione (perciò è il proletariato che farà la rivoluzione e non i cavalieri erranti, perchè quelli non sono più adeguati); e sulla libertà? Il proletariato ha una sola libertà (come da sempre e per sempre): è libero di conoscere la necessità (guardate ogni singola parola di questa frase perchè serve a demolire quasi tutta la filosofia vecchia, e la si demolisce per davvero): siamo liberi (quindi possiamo scegliere e poi agire di conseguenza), di far cosa? di apprendere-conoscere-di fare scienza ..., di apprendere cosa? qual è il solo modo per cambiare lo stato di cose esistente (in tutte le pratiche è così, io sono libero di prendere a testate una porta per aprirla, ma la conoscenza mi insegna che per aprirla basta far pressione sulla maniglia), posso scegliere di non organizzarmi in sindacato, di non organizzarmi in partito comunista, di non far evolvere la lotta di classe economica in lotta politica ... ma la pratica ha insegnato che questo è necessario fare per l'oggetto in questione (rivoluzionare il capitalismo).
 
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50 replies since 7/7/2009, 19:32   1171 views
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