| La borghesia imperialista, cioè la borghesia decadente, in putrefazione e non più progressiva, la borghesia dell'ultimo secolo insomma, fino ai giorni nostri, non può rappresentare alcuna istanza patriottica. L'esempio, già riportato da altri, del fascismo ne è la prova più lampante. Il fascismo ha utilizzato il nazionalismo per determinare una mobilitazione reazionaria delle masse popolari, tali da permettere alla borghesia di attraversare la fase di crisi generale. Ma i borghesi non possono essere nazionalisti in quanto reagiscono e rispondono ad una sola legge: quella del massimo profitto. Anche nel dopoguerra, lo Stato democratico borghese italiano si è sempre distinto per il suo semicolonialismo nei confronti degli USA e, successivamente, degli USA e dell'UE. Almeno fintantoché le due entità più potenti non siano venute a conflitto interimperialista. I comunisti sono i primi patrioti del paese perché facendo gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione fanno anche inevitabilmente e conseguenemente gli interessi di gran parte della nazione. La borghesia imperialista, facendo gli interessi, spesso sovranazionali, di un'infima minoranza di pescicani sfruttatori non è in grado, per la sua stessa natura, di fare, se non occasionalmente e per puro caso fortuto, gli interessi del paese. Qual è stato l'errore del nostro patriottismo comunista? L'errore è stato quello di identificare il patriottismo con lo Stato borghese. I revisionisti ci hanno voluto far credere che tutti, capitalisti e lavoratori, siamo un corpo unico dello Stato, che questo Stato sta al disopra degli interessi delle classi, che l'interesse di una classe è quello anche delle altre classi, che c'è "l'azienda Italia", che dobbiamo tutti remare nella stessa direzione ecc. ecc. Questa deviazione di carattere ideologico borghese ha fatto sì che il sano è giusto patriottismo del PCI clandestino e di quello resistente, si sia trasformato nel dopoguerra in una vacua collusione del proletariato a sostegno dello Stato borghese. Da questa ignobile deviazione revisionistica unitamente alla fandonia che il nazionalismo è tipico del fascismo, è nata nel movimento comunista la convinzione che il patriottismo fosse qualcosa di sbagliato. E certo! Se il patriottismo si confonde col finto nazionalismo di comodo dei fascisti oppure se si confuta la tesi marxista che lo Stato è il sistema con cui la classe dominante tiene sotto il suo giogo le classi subalterne. è facile imbrogliare le carte ed imbrogliare le masse popolari. Riprendiamoci il nostro vero patriottismo. Smascheriamo il nazionalismo di facciata dei fascisti, i più grandi traditori della storia d'Italia. Rifiutiamo le tesi revisionistiche dello Stato di tutto il popolo.
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